STREGHE di e con Maurizio Messana

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STREGHE

05/12/2015 | CASSETTO AxTo – REALIZZIAMO INSIEME I TUOI PROGETTI, TeatroBaracca

INGRESSO AD OFFERTA LIBERA

♦STRADA DELLE CACCE 36
10135, TORINO
CIRCOSCRIZIONE 10

♦LINEE 4, 63, 38 , 40 , 6 , 18 , 62, 41, 40 , 39, 10

♦FB: /CPGTORINO

♦SEGRETERIA:
011.0673111
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Spettacolo liberamente tratto da “Zena” di Dacia Maraini che mette in luce le problematiche del mondo femminile soffocate dalla violenza e dalla sopraffazione maschile o del potere.
Una ragazza nel 1500 viene accusata di stregoneria, solo perché a conoscenza di alcune cure mediche e di erbe benefiche. Nel 1975 una ragazza viene stuprata, ma il corso delle indagini prende una strada opposta a quella che dovrebbe condannare gli aggressori: la ragazza viene accusata di oltraggio alla corte e condotta immorale, tanto che verrà rinchiusa in una clinica psichiatrica e costretta a cure pesantissime.
Il destino delle due donne, delle due “streghe”, si intreccia in un vortice infernale di interrogatori, accuse, condanne e soprusi, ai quali pare impossibile sottrarsi. Nel ‘500 la strega ha un’amica che tenta, a suo modo, di aiutarla inizialmente a salvarsi la vita e alla fine, vista l’impossibilità di agire, di avere una rapida morte, onde evitare lunghe sofferenze. Quattro secoli dopo, nel 900, al fianco della strega si trova invece una madre incapace non solo di capirla, ma anche di salvarla dal potere che la condanna.
Due “streghe”, che nell’evolversi della storia, si rivelano sempre troppo intelligenti e scaltre, temibili per un mondo maschilista che le vuole innoque e remissive. Due streghe, nel passato come nel presente, accompagnate da donne, che, loro malgrado o volutamente, si compromettono con il potere, con il più forte, cercando di aiutare e sostenere chi sta combattendo per una libertà non solo personale, ma universale.
Consapevoli di una sorte comune, quella tutta femminile di dover lottare anche per i più semplici diritti umani, le quattro donne affronteranno insieme gli eventi drammatici della loro esistenza e infine giureranno, davanti ad un patibolo come davanti ad un letto di contenzione che “Non può, non deve finire così!”